Prova per un attimo a non considerare la gioia che provi quando vivi alcune esperienze legate agli aspetti più materiali che ti capitano: hai comprato una nuova macchina, un nuovo oggetto o sei passato di carriera. Soffermati invece a chiederti: da dove arriva la felicità?

Invece di cercare la risposta all’esterno, considera un punto profondo dentro di te.

Fino a dove puoi spingerti? Dove si trova il tuo “stato più profondo”?

In altre parole: dove sono le radici della pianta che sei? Soffermati e prova a cercare quanta profondità, saggezza e mistero c’è in questa ricerca. Nel compiere questo atto potresti sentirti perso o al contrario percepire una grande forza e serenità.

  • Se provi a considerarti come una pianta (unica!), difficilmente potresti affermare che solo le foglie o i fiori in superficie sono importanti.

Questi ultimi peraltro svaniscono molto velocemente a causa del vento e delle intemperie. Foglie e fiori durano molto poco se pensi al ciclo di vita della pianta stessa e c’è bisogno di tempo perché possano salire in superficie.

Così anche nelle tue radici vi è l’essenza, la saggezza, il divenire, la salute e la felicità dell’intero essere unico che sei. Tu non devi fare nulla o, meglio, lascia che tutto possa fare il suo decorso. Porta l’attenzione alle tue radici perché sanno quello che devono fare; lì troverai la tua vera essenza, risorsa di potente felicità.

E ricorda: le radici più profonde non vedono mai i fiori ma lavorano anche per loro.

-> Prenditi una pausa. Poi, se te la senti, prosegui la lettura (post #2)

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